Elisabetta Silvestro, product manager di start2impact, racconta il suo percorso e le sue passioni in questo articolo.
Quando ho sentito parlare di start2impact per la prima volta mi si è accesa una lampadina.
Era esattamente ciò che avrei voluto esistesse quando mi stavo diplomando. Qualcuno o qualcosa che mi aprisse gli occhi sulle opportunità lavorative presenti lì fuori, nel mondo reale.
Quando vai al liceo in Sicilia non è facile sapere bene cosa ti aspetta. Durante il mio ultimo anno le uniche opportunità sembravano essere quelle più scontate: medicina, giurisprudenza, psicologia, e così via.
Io ero interessata alla fotografia e quando andai dal mio professore di arte per chiedere consiglio lui mi disse che l’unica scelta era Storia dell’Arte. Anni dopo scoprii che esistevano anche istituti come lo IED e altre scuole più specialistiche.
Per me era un po’ tardi per usare start2impact, ma volli abbracciare la sua missione per aiutare tanti altri che come me non avevano chiara la strada da intraprendere per il proprio futuro.
Il mio percorso
Il mio percorso di studi parte quindi da un fascino per la Psicologia (abbandonata l’idea di diventare fotografa dopo la risposta del mio professore del liceo) che dopo frustranti test di ammissioni in Medicina a Bologna, dove non entrai per pochi posti, e di Psicologia a Roma, dove mi rifiutai di fare il test per la disorganizzazione della Sapienza, finii per studiare Sociologia a Bologna, che trovavo simile a Psicologia per certi versi.
Mi piaceva ciò che studiavo ma sentivo costantemente la carenza di applicazioni pratiche in tutto ciò che apprendevo.
Sapevo che sarei uscita dall’università senza saper fare nulla.
Così finita l’università a Bologna decisi di trasferirmi in America per concludere gli studi in modo più pratico.
Trovando Sociologia poco pratica e con poche prospettive lavorative decisi di spostarmi sul giornalismo, così proseguii con gli studi a San Francisco in gestione editoriale e design.
Mi accorsi subito della differenza nell’approccio agli studi tra l’America e l’Italia.
Mentre in Italia apprendevo nozioni su un libro per poi discuterle in un esame e non parlarne mai più, qui studiavo nozioni già pratiche, che poi applicavo subito sul campo, per esempio andando a intervistare qualcuno e scrivendo un articolo oppure impaginando il giornale studentesco.
Conclusi i miei studi, iniziai un tirocinio che si trasformò nel mio primo “vero lavoro”: ero un editor per dei siti di informazione americani.
In quegli anni imparai anche il valore del lavoro, che a volte in Italia non viene apprezzato abbastanza.
Nella mia esperienza americana fui assunta a due mesi dal tirocinio e promossa a un nuovo ruolo con maggiori responsabilità a 6 mesi dall’assunzione.
Questo mi insegnò a valorizzare il mio lavoro e a non accettare condizioni lavorative non eque o senza opportunità di crescita.
Lavorando a San Francisco mi avvicinai presto al mondo delle startup e fui sempre più affascinata dal mondo del digital marketing.
Rientrata in Italia 4 anni dopo iniziai a lavorare come digital marketing specialist presso una startup di Roma.
Soltanto un anno mi separava dal mio incontro con start2impact.
Tramite conoscenze comuni sentii parlare di start2impact e del fatto che cercassero una persona con le mie competenze.
Non esitai a inviare un’email a Virginia!
Fui sorpresa della sua pronta risposta. Uno o due giorni dopo ci incontrammo per un colloquio con lei e Gherardo, e dopo meno di un mese iniziammo a lavorare insieme.
Mesi dopo appresi che Virginia neanche aprì il curriculum allegato all’email, ma decise di avere un colloquio semplicemente perché le piacque il mindset che traspariva da quello che scrivevo nell’email.
È stato un percorso tortuoso quello che mi ha portato dove sono oggi e a start2impact, ma credo di aver finalmente trovato la mia strada.
Non solo faccio ciò che mi piace, ma lavoro in una startup con una missione in cui credo ciecamente e che mi fa apprezzare ciò che faccio tutti i giorni.
Sapere che il mio lavoro aiuterà anche solo un ragazzo o una ragazza a trovare la sua strada nella vita o un lavoro che li farà sentire realizzati mi rende enormemente soddisfatta.
Di cosa mi occupo in start2impact
La mia classica risposta a questa domanda è che trattandosi di una startup fai tantissime cose.
Il che è molto vero. Non esiste un giorno simile a un altro.
In generale mi occupo dell’ottimizzazione del nostro sito e della piattaforma; della creazione di nuove feature e della relazione con il team di sviluppo per la realizzazione di queste; della gestione del team di coach che danno feedback personalizzati e seguono gli studenti di start2impact.
Ma come molte cose in una startup, le mie responsabilità e mansioni cambiano velocemente. Il che per qualcuno potrebbe essere un lato negativo, ma per me è esaltante.
Come noi stessi, anche il nostro lavoro dovrebbe evolversi insieme a noi, adattarsi alle nostre forze e debolezze, così come alle necessità dell’azienda.
Se vuoi capire meglio cosa faccio in start2impact in qualità di Product Manager, questo video potrebbe fare al caso tuo:
La mia giornata tipo
Mi sveglio alle 6:30 (quasi) tutte le mattine e per prima cosa medito. Ho imparato la tecnica della meditazione trascendentale 4 anni fa a San Francisco e da allora non ho saltato un giorno.
La mia seconda sacra abitudine che non posso assolutamente saltare è la colazione. Iniziare la giornata con del caffè e un porridge è fondamentale.
A questo punto posso dedicarmi a un po’ di lettura e/o formazione personale. Dipende dal periodo ma a volte si può trattare di libri di settore, corsi online, letture di aggiornamento.
Per ora sto leggendo Homo Deus di Yuval Noah Harari e The Design of Everyday Things di Don Norman.
Cerco di leggere, guardare e ascoltare tutto in inglese, per tenere sempre la lingua allenata (e anche perché trovo il doppiaggio una barbarie verso i film stranieri).
Infine mi preparo ed esco di casa. Vado in ufficio a piedi ascoltando un podcast. I miei preferiti sono: Hidden Brain, Freakonomics, Ted Radio Hour, Ted Talks Daily e Stuff You Should Know.
Iniziamo a lavorare verso le 9:30 e rimango in ufficio fino alle 18:30 circa.
Le giornate sono tutte diverse l’una dall’altra ma di solito sono accomunate dal fatto che pranziamo tutti insieme in sala da pranzo.
Dopo lavoro faccio spesso yoga per rilassare la mente e allenare il corpo allo stesso tempo.
La sera è dedicata al relax con una cena vegana, una serie TV o una lettura, stavolta però un romanzo. Al momento sto leggendo le ultime pagine dell’ultimo degli Harry Potter (sempre in inglese).
I libri che mi hanno cambiato
Ho sempre amato leggere. Da piccola ero entusiasta per l’arrivo dell’estate perché pregustavo già le giornate passate a leggere in totale calma.
Ho iniziato ad apprezzare la letteratura leggendo i grandi classici trovati nella libreria dei miei genitori.
Crescendo per un periodo mi convinsi che i romanzi fossero una perdita di tempo e dovessi leggere soltanto cose “utili” come saggi e non-fiction.
Fortunatamente ho imparato ad apprezzare nuovamente entrambe le cose con gli anni e a fare posto per tutto, suddividendo le diverse letture in vari tempi della giornata.
Il libro che mi ha fatto innamorare del mondo delle startup e me ne ha fatto comprendere meglio il funzionamento è stato The Lean Startup di Eric Ries.
Il libro che mi ha fatto appassionare ai dati e alla scoperta di ciò che si cela dietro determinati comportamenti o eventi è stato Freakonomics di Steven Levitt e Stephen Dubner.
Non esattamente un libro, ma un racconto breve che mi ha fatto innamorare della scrittura è invece Where Are You Going, Where Have You Been? di Joyce Carol Oates.
Le difficoltà più grandi che affronto
Mi piace il mio lavoro e devo dire che non mi trovo spesso in difficoltà di per sé in quello che faccio.
Le mie difficoltà più grandi provengono dallo stress che a volte va mano nella mano con il lavoro.
Purtroppo sono predisposta a soffrire di stress e ansia.
Affronto questi compagni di vita con la meditazione, lo yoga, musica ambient, e un costante lavoro di conoscenza personale.
I miei obiettivi
Continuo a comprare agende e taccuini, ma fissare i miei obiettivi non mi è mai venuto facile. Tendo a vivere più nell’immediato.
A livello personale, però, so che i miei obiettivi sono aiutare a rendere questo pianeta un posto migliore.
Credo che il modo migliore per farlo sia conducendo uno stile di vita vegano, che faccio da 7 anni, e cercando di ridurre il nostro impatto sull’ambiente con tanti altri piccoli accorgimenti.
A livello lavorativo, il mio obiettivo è fare qualcosa che mi piaccia e che sia allo stesso tempo utile per gli altri.
start2impact mi permette di fare questo ogni giorno, aiutando migliaia di ragazzi a trovare la propria strada e a formarsi per le professioni del futuro.
Credo che passare le proprie giornate facendo qualcosa che ti dia soddisfazione e aiuti gli altri sia la cosa migliore che possiamo fare.
Una frase che mi motiva ogni giorno è:
Le strade dritte non hanno mai prodotto piloti esperti.