Gian Luca Comandini, Super Coach di start2impact, ci racconta la sua storia e gli insegnamenti che ne ha tratto
Mi sono sempre sentito diverso fin da piccolo.
O, meglio, da piccolo mi sentivo strano, poi ho capito che ero diverso e la cosa non mi dispiaceva affatto.
Sono nato nel 1990, da una famiglia molto presente che mi ha amato tantissimo e tutt’ora continua a farlo.
I primi anni
I primi anni non sono stati facili, mi è stata diagnosticata una malattia rara, uno dei primi casi di Leishmaniosi umana.
Dopo essere sopravvissuto per miracolo, ho fatto elementari, medie e liceo classico in un istituto di Padri Maristi che hanno reso ancor più solida la mia fede cattolica, tutt’oggi incrollabile fondamento di ogni mio successo.
Fino al liceo non ero molto estroverso come ragazzo, anzi, ero timidissimo. Tanto timido da vergognarmi addirittura a chiedere “scusi dov’è il bagno?” al cameriere di turno in un bar, o da avere pochissimi amici e non uscire quasi mai.
Poi non mi accettavo fisicamente, ero basso e cicciottello e mi vergognavo spesso a farmi vedere.
Sono arrivato ad essere quasi maggiorenne senza aver mai avuto ragazze.
L’estate andavo al mare con la mia famiglia e invece di stare in costume a giocare e farmi il bagno come le persone normali, io mi rintanavo nel buio della cabina, ancora vestito, a leggere libri su libri, mentre ovviamente grondavo di sudore e venivo probabilmente preso in giro dalla gente.
Ecco, i libri sono stati forse alcuni dei miei più importanti compagni di viaggio nella vita, è grazie a loro che ho imparato a sognare, è grazie a loro che ho imparato ad ascoltare, è grazie a loro che ho imparato a vivere, perché vivevo come i libri che leggevo e non come le persone che avevo intorno.
Oggi devo molto a quei libri e continuo a pensare che leggere sia una delle abitudini più importanti che un bambino possa prendere fin da piccolo se vuole davvero raggiungere i propri sogni.
L’università e il cambiamento
Poi, arriva l’università, scelgo di laurearmi in Economia. E durante quegli anni cambio totalmente, inizio a crescere anche fisicamente (un po’ in ritardo) oltre che mentalmente (nettamente in ritardo!) ed inizio a capire che ciò che studiavo non sarebbe stata la strada giusta.
Mi sembravano materie obsolete, insegnate da professori che non avevano ottenuto traguardi importanti nella vita. Si erano fermati alla normalità, e solo quello potevano insegnare: ad essere normali.
Io invece volevo diventare come i protagonisti dei miei libri. Io volevo cambiarlo questo mondo, volevo costruirlo da zero il mio futuro, non poteva essere qualcun altro a dirmi come arrivare dove lui non era arrivato.
Una volta, in un libro ho letto che nasciamo con solo due paure innate: la paura dei rumori forti e delle cadute improvvise.
Se a un bambino batti le mani forte, piange. Se ad un bambino lo dondoli troppo o lo agiti, piange.
Se a un bambino mostri una pistola, ride.
Questo mi ha fatto capire che qualsiasi paura abbiamo (del buio, della morte, delle malattie, dei ladri, dei fantasmi, del fallimento, della disoccupazione, dell’instabilità, di rimanere soli, ecc) sono paure che ci hanno inserito artificialmente nel nostro cervello proprio quelle persone che dicono di amarci.
Una volta che impari che scientificamente non possiamo avere paura, inizi a non averne.
E si sa, se smetti di avere paura allora inizi ad avere coraggio.
È quel coraggio che mi ha fatto scegliere di iniziare a saltare le lezioni meno importanti, accettare qualsiasi voto perché tanto non volevo diventare un disoccupato insoddisfatto con 110 e lode, mi bastava essere felice senza guardare un punteggio di laurea.
Ho sempre pensato che dovremmo smettere di giudicare le persone per i loro voti, dovremmo smettere di insegnare loro ad essere competitivi e vincere sempre.
Dovremmo iniziare forse a giudicare i loro sogni, la loro fame, le loro passioni, la loro umanità e allora sì che imparerebbero che collaborazione è più forte di competizione, e che essere competenti è meglio che essere competitivi.
Nuove strade
Oggi, purtroppo, tutti cercano persone che sappiano fare un lavoro eccellente, nessuno si sofferma più a cercare invece persone che sappiano fare le persone eccellenti.
È per questo che ho passato la vita a salire su tutti i treni, io dico sempre:
Se ti offrono di salire su un razzo non ti chiedi dove è diretto, sali e basta. E se sta partendo un treno non ti chiedi se ti piacerà o no, sali e basta. Se poi non ti piace, scendi e aspetti il treno dopo.
Credo sia questa la mia filosofia di vita ed è grazie a queso mantra che ho sempre percorso strade non battute da nessuno.
Non volevo essere uno dei tanti, volevo essere il primo dei nuovi.
Prima coi social network, poi con la blockchain, occuparsi di innovazione è il lavoro più divertente ed eccitante del mondo perché partiamo tutti da zero e ogni giorno c’è qualcosa di nuovo da costruire.
Il mio ruolo di Super Coach
Ho creduto fin dal primo giorno in start2impact (anzi anche qualche giorno prima del primo…) perché portano avanti il sogno che ho sempre avuto fin da bambino, costruire una mappa per orientarsi nel futuro.
Se qualcuno fosse entrato nella mia cabina mentre a 16 anni ero chiuso da solo a sudare e leggere, probabilmente oggi avrei realizzato molti più sogni.
Se qualcuno mi avesse ascoltato e creduto quando dicevo in giro che la pubblicità sarebbe passata dall’offline all’online e dall’online ai social allora oggi ci sarebbero molte più persone a lavorare con me e se qualcuno fosse salito sul mio stesso razzo mentre parlavo di bitcoin nel 2013 allora oggi l’Italia magari avrebbe un posto da leader in questo ambito.
Ma visto che non ho avuto nessuno ad aiutarmi, voglio essere io quel qualcuno per chi oggi si sente strano, diverso, spesso emarginato solo perché ama l’odore emanato dalla carta dei libri invece che un balletto su TikTok o perché non porta la fidanzata a ballare in discoteca ma vorrebbe portarla a quella nuova mostra che fanno in un museo di periferia che sta per fallire perché nessuno ci vuole andare.
Ecco, questo è il sogno che start2impact mi ha permesso di realizzare, avere decine di migliaia di amici e guidarli per un pezzetto di strada, indicar loro quale è secondo me il treno migliore, ma permetter loro di conoscere anche tutti gli altri treni su cui nessuno magari sta salendo e poi lasciarli salire da soli, perché il sacrosanto diritto di ogni essere umano è scegliersi i treni che vuole e scegliere se limitarsi a salirci sopra o guidarli.
Vi auguro di guidare il treno più difficile, quello del nostro Paese e salvare il futuro ai nostri figli.
Ah, scusate, non vi ho detto chi sono, cosa faccio e dove lo faccio ma tanto non è importante.
Sono un imprenditore (ho un holding con 7 società attive in 7 settori diversi), un professore universitario, uno scrittore (il mio libro si chiama “Da Zero alla Luna”), un divulgatore tecnologico (in radio, TV, TEDx e vari eventi in giro per l’Italia) inserito da Forbes tra i 100 under 30 che cambieranno il futuro, sono membro della task force governativa per la strategia nazionale in ambito blockchain, a 29 anni ho superato per gioco il test d’ingresso per il Mensa, l’associazione che riunisce solamente il 2% delle persone con il quoziente intellettivo più alto al mondo e faccio tante altre robe che però sono nettamente meno rilevanti del mio ruolo di Super Coach per start2impact.
Quindi se siete interessati le trovate su Google.
Ricordatevi sempre:
Piedi per terra, testa per aria!
Ci vediamo sulla Luna…