Scopri come trovare lavoro, anche senza alcuna esperienza, sviluppando il tuo personal brand.
Se cerchi lavoro appena terminata l’università o mentre ancora sei impegnato tra sessioni di esami e lezioni estenuanti, sicuramente ti sarai ritrovato davanti a questo problema:
Come faccio ad essere considerato se non ho esperienza e competenze?
Eppure girando su internet tutti dicono che oggi siamo nell’era più figa della storia, dove chiunque può dimostrare il suo valore e non serve avere anni di lavoro alle spalle per trovare un lavoro.
Sì, ma come si fa?
In questo articolo tratto da una live nel nostro Gruppo Facebook troverai i consigli che stanno permettendo ai membri della nostra Community di essere assunti nelle startup più innovative d’Italia, anche senza avere esperienza nel settore.
Parleremo di:
- Come dimostrare il proprio valore senza competenze pregresse
- Curriculum e Lettere Motivazionali
- Come aumentare la visibilità
- Come esprimere sicurezza e comunicare efficacemente
- Come gestire il colloquio
- Trovare la propria strada
Bene, cominciamo subito.
L’obiettivo: perché stai facendo Personal Branding?
Se vuoi semplicemente rendere più belli i tuoi profili social con tutto ciò che di più buono fai nella vita, ti ritroverai ad essere come tutta la massa di persone che già lo fa.
Se vuoi fare personal branding devi prima capire dove vuoi arrivare, in particolare:
- Per quale posizione ti candidi (quale professione vuoi che le persone associno al tuo nome)
- Per che tipo di azienda vuoi lavorare (in particolare di che settore)
Una volta analizzati questi 2 punti puoi partire a delineare la tua strategia.
Crea contenuti di valore che ti possano far spiccare
Eh sì, detta così sembra facile.
Partiamo dalle basi: creare contenuti di valore non significa cercare la viralità in ogni post, non la troverai mai se hai sempre questa ansia.
Significa capire di cosa si interessano le persone che vuoi colpire e creare un contenuto che ne parli in maniera differente da ciò che sono abituati a vedere.
Vuoi lavorare per un brand di abbigliamento o una startup che lavora nella moda?
Cominciare a creare contenuti rilevanti per la nicchia di quel brand ti sarà sicuramente utile.
Per intenderci, se vuoi candidarti come SEO Specialist per un brand di moda e crei un blog, non solo dimostrerai affinità con il brand, ma anche di saper mettere in pratica le tue competenze di SEO!
Ti farà quindi posizionare come una persona che si interessa al mercato di riferimento dell’azienda e potrà esserti utile per 2 motivi:
- Se dovesse notarti qualcuno, potrebbe proporti qualche collaborazione.
- Se dovessi riuscire ad ottenere un colloquio con altri mezzi, loro controlleranno sempre i tuoi profili prima di assumerti e vedranno che hai creato contenuti inerenti al loro settore, che hai creato un blog o addirittura aperto un canale YouTube sul tema. Sicuramente questo un punto in più per te, anche se non sei la nuova Chiara Ferragni.
Non vergognarti di non avere competenze
Rispondo a ciò che ti starai chiedendo in questo momento:
“Come faccio a creare contenuti riguardo il settore che mi interessa se non ho competenze in merito?
A nessuno interesserebbe sentire ciò che ho da dire!”
Allora documenta il percorso che stai facendo per acquisire quelle competenze.
Questa strategia è consigliata spessissimo da Gary Vaynerchuck, uno degli imprenditori con il miglior personal brand al mondo.
Le persone amano vedere e sentire le storie di chi è simile a loro, per questo funzionano i vlog ad esempio.
Se non hai competenze su un determinato argomento il miglior modo per creare contenuti è documentare il tuo apprendimento.
Come le stai acquisendo, cosa stai imparando, i tuoi fallimenti e le tue conquiste.
Questo non solo crea fiducia nelle persone, ma ti mostra come una persona con enorme voglia di imparare.
Esempio di ciò è Andrea Provino, membro della Community start2impact che lavora in Washout.
Sul suo sito personale fa capire esplicitamente che vuole diventare un esperto di Intelligenza Artificiale, ma non si spaccia ancora per tale.
Racconta come sta arrivando da autodidatta a padroneggiare questa disciplina e ciò ha colpito tantissimo i suoi attuali datori di lavoro!
Curriculum
Al giorno d’oggi si sa, inviare un semplice curriculum non serve a nulla.
Le aziende non vogliono sapere quanto sei stato bravo in quell’esame o in quello specifico corso, vogliono sapere cosa sai fare per loro.
Vogliono vedere su che progetti hai messo mano, cosa ti sei ingegnato a fare negli anni in cui studiavi o facevi un altro lavoretto, anche se i tuoi progetti sono falliti!
Per questo su start2impact ti permettiamo di creare il tuo portfolio con tutti i progetti da mostrare alle aziende.
Perché è la cosa che apprezzano di più.
Quello che tutte ci hanno segnalato. “Non avrei mai notato questo ragazzo se non avessi visto i suoi progetti”.
Questo è quello che ci hanno detto molti CEO ed è la conferma che senza qualcosa di pratico non riuscirai mai a dimostrare che sei la persona giusta per quell’azienda.
Come migliorare il tuo curriculum
Per creare un curriculum che non venga cestinato, basta attenersi a qualche semplice regola:
- Usa un design o template che ben rappresenti il tuo ruolo e la tua personalità
- Personalizza il tuo curriculum per ogni posizione per cui ti stai candidando
- Includi le keyword più importanti, e solitamente quelle usate nella descrizione della posizione, per non venire scartati dai lettori automatici di curriculum
- Sfrutta bene lo spazio con colonne e box
- Mantieni font e colori semplici. Non rendere la lettura difficile al selezionatore
- Chiedi ai tuoi amici e familiari di leggere il tuo curriculum per avere feedback e assicurarti che non ci siano refusi
Curriculum: Cosa non fare
Ci sono anche molti errori in cui si può incappare nella stesura di un curriculum.
Ecco quelli da evitare assolutamente:
- Includere skill ormai scontate (Es. Microsoft Word o sistema operativo Windows/Mac)
- Includere informazioni che non siano trasferibili all’ambito lavorativo (a meno che non siano molto interessanti) (Es. Includere hobby come la lettura e il canottaggio)
- Mentire sulle proprie skill o capacità
- Usare più di due pagine (vi ricordiamo che a Elon Musk ne basta una)
- Includere indirizzi email o link ai social con nomi poco professionali (a meno che non siano legati al proprio personal brand)
- Rimanere troppo generici nelle descrizioni
- Copiare e incollare frasi dall’offerta di lavoro
- Usare cliché o termini troppo tecnici
Lettera motivazionale
Innanzitutto, chiariamo il fatto che se si chiama lettera motivazionale, non è detto che debba per forza essere un muro di testo che nessuno leggerà mai.
Prepara piuttosto una chiara e semplice presentazione, molto più “User Friendly”.
A proposito, ti consiglio questo tool fantastico che stiamo provando con tutta la Community prima dei colloqui, si chiama Beautiful.AI.
Ti permette di creare ottime presentazioni senza bisogno di essere un grafico professionista.
Una volta capito come crearla, vediamo in breve cosa inserire per fare realmente colpo sulle aziende.
Punto primo: studia sempre l’azienda per cui ti candidi. Dal modello di business agli ideali della loro cultura aziendale. Dimostra che dietro le tue proposte c’è tanto tempo dedicato sul loro sito e sulle loro pagine.
Punto secondo: racconta che competenze hai, se non le hai come le stai sviluppando, ma soprattutto come possono essere utili all’azienda. Non avere paura di avanzare proposte se vedi qualcosa che si può migliorare. Dimostra valore ancor prima di essere assunto! Dimostra inoltre di avere le competenze di cui parli con esempi pratici. In questo caso, i tuoi progetti su start2impact sono un ottimo strumento per farlo.
Punto terzo: Non dire mai e poi mai che sei pronto a lavorare con loro perché vuoi fare pratica. Questo ti farà passare per una persona che vuole solo sfruttare quell’opportunità per sé stesso e non per creare del vero valore per l’azienda.
Il colloquio
Il saper gestire un colloquio di lavoro, esattamente come la capacità di parlare in pubblico o nei video, è un’arte che si acquisisce nel tempo.
Provando e riprovando capisci quali sono i punti che ti mettono in difficoltà, lavori per migliorarli e riesci a padroneggiare te stesso e le tue emozioni.
Pensa che se sei riuscito a superare esami in cui dovevi convincere il tuo interlocutore del fatto che sapevi discutere su dei contenuti che non erano tuoi, non puoi non riuscire a convincere qualcuno su cose che riguardano te stesso!
Prepararsi al colloquio
Per essere pronti per il colloquio, è fondamentale assicurarsi di aver smarcato questi punti:
- Ricercato l’azienda presso cui terrai il colloquio. Impara la storia, la cultura aziendale e i (principali) membri del team
- Studia il prodotto, il brand, i competitor e tutto ciò che ti è più utile in base al ruolo per cui ti stai candidando
- Rimani aggiornato sulle news e gli ultimi update nel settore in cui ti stai candidando
- Ricerca anche le persone con cui terrai il colloquio per sapere di più su di loro e trovare interessi comuni
- Prepara delle buone risposte per le classiche domande come “dimmi di più su di te”
- Prepara delle domande da fare a tua volta a fine colloquio
Per darti una mano, andiamo a vedere qualche domanda tipica che viene fatta ai colloqui e come gestirla al meglio.
“Raccontami dei progetti che hai inviato”
Pensi davvero che se invierai 10 progetti personali verranno analizzati tutti?
Aspetta, magari qualcuno lo fa, ma solitamente l’azienda ne leggerà qualcuno.
Poi vorrà sentirli raccontati da te e qui dovrai dare il meglio.
Seleziona le parti più importanti del tuo progetto che possano colpire la loro attenzione e spiega come sei giunto a fare quelle scelte. Dimostrerai grande consapevolezza e pensiero critico.
“Cosa hai imparato dalla tua esperienza in X e che risultati hai ottenuto?”
In questo caso è fondamentale far capire che nelle tue passate esperienze (se ne hai avute) hai sempre tratto qualcosa di positivo, anche dagli errori che hai commesso.
Non aver paura di mostrare sia i successi che i fallimenti e soprattutto occhio a scegliere le metriche giuste da presentare se ti vengono chieste.
In sostanza, Like o Follower raggiunti non serviranno a nulla per capire se hai fatto un buon lavoro o meno se il tuo obiettivo era vendere un prodotto.
Piuttosto se non hai grandi numeri da mostrare focalizzati su altri tipi di risultati come un episodio particolare in cui è stato premiato il tuo lavoro o in cui è stato fondamentale il tuo contributo per raggiungere un obiettivo.
“Dove ti vedi tra 5 anni?”
A questa domanda non c’è una risposta giusta o sbagliata. In questi casi è molto importante capire che tipo di persona si ha davanti tramite l’ascolto attivo e intuire se la tua risposta potrebbe piacergli o meno.
Ad esempio, ci sono persone che amano i caratteri intraprendenti e sognatori, altri che invece reputano queste persone poco focalizzate su ciò che fanno ma costantemente con la testa altrove.
Insomma, essere sinceri e trasparenti è ovviamente la miglior cosa da fare, ma cerca di comunicare il tuo messaggio con intelligenza basandoti sull’interlocutore che hai di fronte.
“Dimmi di più su di te”
La risposta a questa domanda dipende dal tipo di azienda presso cui tieni il colloquio, per questo la ricerca è così importante.
Le aziende tradizionali si aspettano una risposta piuttosto standard che consiste in un racconto del curriculum.
Le aziende meno tradizionali e le startup si aspetteranno un racconto più personale, qualcosa che non si trova sul tuo CV. Per questo motivo è importante prepararsi.
Un metodo per prepararsi con questo secondo approccio è decidere due momenti chiave del tuo presente, passato e futuro (immaginato).
Un altra tecnica è il classico approccio dello storytelling. Narrare un evento in cui ti sei trovato in difficoltà e raccontare come ti sei comportato in quella situazione.
Le domande da fare a fine colloquio
A fine colloquio generalmente ti verrà chiesto se avrai a tua volta qualche domanda per il selezionatore.
È fondamentale qui fare almeno una domanda, una buona idea farne più di una, senza sommergere il selezionatore di domande.
Ecco qualche buona domanda da poter fare:
- Ho risposto a tutte le domande o c’è qualcosa su cui posso approfondire?
- Puoi dirmi di più sulle responsabilità giornaliere di questo lavoro?
- Quali sono le più grandi opportunità per l’azienda/startup oggi?
- Qual è la cosa che preferisci del tuo lavoro da X?
- Quali sono le tue aspettative per questo ruolo per il primo mese, 2 mesi, 1 anno?
- Come aiuti il tuo team a crescere professionalmente?
- Qual è il prossimo passo dopo il colloquio?
Durante il colloquio
Arriva il momento del colloquio. Ci sono poche regole da tenere a mente per aiutarti a conquistare i tuoi interlocutori:
- Mantieni un linguaggio semplice e privo di fronzoli. Aiuterai i tuoi ascoltatori a seguirti e li manterrai attenti.
- Cerca di raccontare delle storie (ovviamente vere) in cui si possano identificare. Se si riconosceranno in ciò che dirai saranno molto più interessati.
- Fai trasparire il tuo punto di vista e la tua personalità. Questo è importante tanto quanto le tue skill.
- Usa un semplice metodo per rispondere alle domande:
- Spiega il contesto
- Delinea il tuo ruolo
- Racconta le attività che hai intrapreso in quella circostanza
- Descrivi il risultato conseguito
Dopo il colloquio
Fai sempre follow up dopo il colloquio con un’email per ringraziare i selezionatori per il tempo dedicatoti. Questo step in più dimostrerà ai selezionatori il tuo reale interesse nella posizione, in quanto per fare ciò dovrai:
- Trovare l’email della persona con cui hai tenuto il colloquio
- Richiedere feedback sulla tua performance
- Offrire feedback su come potresti aiutare a migliorare l’azienda o il dipartimento
Un libro importantissimo per comunicare con successo
Qualsiasi tipo di domanda ti venga fatta, l’importante è entrare in connessione con le persone alle quali ti stai rivolgendo e non c’è niente di più utile di questo libro per imparare a farlo:
Come trattare gli altri e farseli amici
Un classico da leggere per imparare a fare un’ottima impressione e per migliorare i rapporti con chiunque, non solo a lavoro.
Trova il tuo Ikigai
Chi conosce start2impact sa già cosa significa questa parola e la magia che si nasconde dietro di essa.
Il nostro obiettivo è far trovare il proprio ikigai a tutti i membri della Community.
Ma che cos’è?
L’ikigai è la propria ragion d’essere, l’incontro tra:
- Le tue passioni
- Ciò che sei bravo a fare
- Ciò per cui potresti essere pagato
- Ciò di cui il mondo ha bisogno.
Se troverai questo equilibrio, stai sicuro che superare un colloquio o fare il lavoro dei tuoi sogni sarà il minore dei tuoi problemi, perché avrai chiaro di fronte a te il tuo obiettivo e sarai determinato a raggiungerlo.
Conclusioni
In questa guida abbiamo analizzato alcuni aspetti fondamentali da considerare se si vuole fare personal branding già da studenti con poca o nessuna esperienza alle spalle.
Grazie al coaching individuale prima dei colloqui di lavoro che potrai ottenere su start2impact stiamo aiutando tanti giovani a trovare il lavoro dei loro sogni.
Speriamo che il prossimo possa essere tu che hai letto fin qui quest’articolo.
Se vuoi approfondire o farci qualsiasi domanda, scrivici pure all’indirizzo [email protected]
Saremo felici di risponderti, ti aspettiamo in piattaforma!