Ecco il cambio di mentalità, di abitudini e le persone che mi hanno permesso di trovare la mia strada nell'Intelligenza Artificiale.
Mi chiamo Giacomo Pollastri e sono un ragazzo di 24 anni, che attualmente lavora come Sales Engineer in una multinazionale giapponese, leader mondiale nel proprio settore.
Lo stipendio è molto buono, il lavoro non è impossibile, e non ci sono problemi con i pagamenti. Perfetto no?
Dipende da che punto di vista lo guardiamo.
È chiaro che sono molto contento perché tutto sta andando alla grande, ho dei colleghi magnifici, ma non è il lavoro della mia vita.
Ma come sono arrivato fin qui?
Il mio percorso: dall’economia all’intelligenza artificiale
Alle scuole superiori mi sono diplomato come perito chimico, dopo essere stato bocciato in terza superiore (posso garantirvi che adesso non ci crede nessuno!).
Una volta finita la scuola è difficile se non impossibile sapere quello che vuoi fare veramente nella tua vita.
Ti sei trovato anche tu in questa situazione? Magari ancora devi finire le superiori.
Ecco cosa ho deciso di fare io: provare a fare qualche colloquio!
Dato che la mia città, Prato, necessitava di periti chimici, inviai subito a Luglio i curriculum alle varie aziende.
Lavorare dopo le superiori o andare all’università?
Ecco che arriva il primo colloquio proprio nella seconda metà di agosto.
Ricordo che mi presentai al colloquio tutto intimorito, ma con tanta voglia di dimostrare tutto quello che avevo dentro.
Parlai con l’amministratore delegato di un grosso gruppo industriale e questa persona vedendomi molto intraprendente e volenteroso, mi disse:
“Giacomo, prendi queste parole come se fossi tuo padre, perché potrei esserlo veramente, se vuoi da domani tu puoi iniziare a lavorare qui, ma…”
Rimasi senza fiato. Ma???
“Secondo la mia opinione un ragazzo come te a fare un lavoro ripetitivo è proprio sprecato. Io se voglio il miglior tecnico lo pago e lui verrà da me.
Se avessi bisogno di una persona con uno spirito imprenditoriale e che ha veramente voglia di mettersi in gioco, ecco non sono sicuro di trovarla semplicemente pagandola!
Il mio consiglio quindi è quello di investire su te stesso facendo l’università nel ramo economico e di diventare la persona che meriti di essere.”
Finito il colloquio ero veramente confuso. Economia? Io? Ma non ne so nulla!
Ci pensai molto, ne parlai con i miei, contattai amici che alle superiori avevano studiato ragioneria, insomma cercai informazioni in giro, ma non era semplice orientarsi.
Così a metà settembre inizio la facoltà di Economia Aziendale all’Università degli Studi di Firenze.
Mi trovo molto bene e il percorso fila liscio, perché oltre a 6 mesi di Erasmus in Finlandia (che è stato una piccola svolta da Giacomo bambino a Giacomo semi-adulto), ho chiuso la laurea triennale in poco più di due anni e mezzo, e con una bella votazione, 107/110.
Trovare la mia strada
Secondo te, una volta laureato, avevo capito se quella fosse la strada giusta?
Ovviamente no!
Iniziai a documentarmi per la magistrale in Business & Administration, perché mi è sempre piaciuto gestire. Sarà successo anche a te di pensare: “io voglio diventare il boss di quell’azienda”.
Nelle due settimane prima della proclamazione di laurea, mi iniziai a documentare sulla magistrale e decisi di iscrivermi al test dell’Università degli Studi di Torino perché avevo voglia di fare anche un’esperienza fuori casa.
Nel contempo mi arriva anche una proposta di lavoro da un’azienda che mi invita a fare un colloquio, in inglese.
Fiducioso del mio inglese dico, cavolo voglio vedere com’è il colloquio per una multinazionale in inglese! Lo voglio fare.
Mi presento all’appuntamento con un pantalone nero strappato e una polo bianca (pensavo di essere già troppo elegante). Appena entro nella stanza di attesa trovo solo persone con l’abito e posso garantirvi che se non avessi lasciato il documento sarei andato via. Anche perché non sapevo nemmeno di cosa si occupasse l’azienda!
Dopo varie figuracce (non abbiate paura di farle, chi non sbaglia mai sta già sbagliando!) finisco i tre colloqui lo stesso giorno e dopo quattro giorni mi arriva il contratto per iniziare da ottobre a lavorare a tempo indeterminato.
Vi giuro che il primo istinto è stato: ok rifiuto, devo fare la magistrale!
E così ho fatto mandando una mail direttamente dalla spiaggia (era fine luglio e ancora aspettavo la mia laurea).
Parlando poi con mio fratello e alcuni amici mi hanno fatto ragionare, e mi pentii di aver inviato quella mail. Decido così di mandare una nuova mail chiedendo scusa, e dicendo che ci avevo ripensato, ma entrato nella posta vedo nelle bozze la mail che pensavo di aver inviato, che in realtà grazie al poco segnale non era stata inviata.
Presi coraggio e firmai il contratto!
L’incontro con start2impact
Dopo un anno di lavoro, durante una pausa pranzo di fine Luglio vedo che su Instagram mi veniva proposta sempre questa maledetta pagina, “start2impact”.
Involontariamente ci clicco, e vedo tanta roba strana, insomma ho pensato fosse la classica pagina di foto e frasi motivazionali.
Vedendo che spesso venivo targettizzato, decido di andare sul loro sito cercando di capire qual era il loro business.
Quello che avevo capito era che in sostanza pubblicavano video e potevi diventare un digital marketer.
Figo mi sono detto, e visto che potevo avere 7 giorni gratis, lavorando molto con la macchina, decido di iscrivermi per ascoltare i video.
Guardo la prima stagione di Digital Marketing e penso “si figo, ma non sono diventato un digital marketer”. E vi dico che l’ho pensato davvero!
Quando scopro che c’era da studiare, e peraltro in inglese ho pensato: ok non ho tempo, non è il mio. Al quarto giorno vedo anche la stagione sull’Intelligenza Artificiale e penso, ma che figo, facciamola!
Pensai tra me e me e decisi che i soldi dell’abbonamento annuale (perché c’è lo sconto rispetto al trimestrale) non mi avrebbero cambiato la vita. Proviamoci!
Faccio subito qualche guida studiando la sera, in pausa pranzo, mentre guidavo, insomma sempre!
Dopo qualche mese di lavoro e studio ricevo una mail dove noi della community potevamo iscriverci per un evento.
Viene proposto questo evento che non conoscevo minimamente, però decisi di iscrivermi.
Dopo una settimana vengo premiato: Giacomo andiamo a Heroes Maratea!
La svolta
Mi organizzo con due totali sconosciuti per risparmiare sul trasporto e l’alloggio, e ci facciamo 7-8 ore di macchina.
Arrivo a questo evento con una carica incredibile, fiducioso di quello che avevo studiato, e posso garantirvi di essermi sentito la persona più stupida di tutto l’evento!
Parlavo con ragazzi di 17 anni che facevano startup, e che mi spiegavano la UX/UI come se fossero le addizioni e le sottrazioni e io tutte le volte annuivo, ma non sapevo nemmeno di cosa stessero parlando!
Lì ho conosciuto tutta la famiglia di start2impact, e penso sia stata la chiave di volta.
Gherardo, il CEO, si è subito reso disponibile per aiutarmi e darmi qualche dritta data la sua esperienza.
In anteprima mi annuncia l’uscita della Super Guida di Data Science e Intelligenza Artificiale.
Cambio di mentalità
Torno a casa con un’energia incredibile, inizio a pianificare qualsiasi cosa, mi accorgo di riuscire a trovare tempo nonostante stia lavorando circa 10-12 ore, 2 ore di palestra e tutti i vari impegni con gli amici.
Faccio tesoro di tutti gli speech ai quali avevo assistito, dei consigli che avevo ricevuto, perché ero lì proprio per crescere, migliorare e diventare uno come loro.
Nel mondo di oggi molto spesso coloro che sono esperti in determinati argomenti, non svelano i propri trucchi o come sono riusciti ad ottenerlo, ma tengono tutto per se.
Un esempio fuori dagli schemi è Elon Musk, il quale dal 2014 ha messo a disposizione tutti i brevetti di Tesla per aiutare le aziende con un know-how inferiore.
Perché lo ha fatto?
Per poter aiutare a raggiungere l’obiettivo di salvare il pianeta dall’inquinamento.
Studiare Intelligenza Artificiale
Il giorno stesso in cui viene lanciata la nuova Super Guida, decido subito di iniziare a studiare Intelligenza Artificiale, fiducioso che in una o due settimane sarei riuscito a concludere la guide (perché con tutti gli impegni che avevo più di un’ora e mezza al giorno non riuscivo a dedicare).
Quando leggo 220 ore di lezione, pensai tra me e me: ok 220/1,25 ore, mi ci vogliono 176 giorni, ossia 6 mesi!
Ma io in realtà sapevo che erano almeno il doppio, perché quel “220” era molto ipotetico.
Immaginate un po’, mi rattristisco perché io volevo diventare subito l’esperto di Data Science.
Non demordo e inizio!
Sono sempre stato appassionato della matematica, anche se alle superiori non mi hanno mai voluto dare in pagella un voto superiore al 6 (il che era frustrante).
Inizio con i primi corsi suggeriti nella guida di start2impact e vedo che mi appassionano un sacco. Decisi anche di iniziare a frequentare una community di Pythonisti qui a Firenze, ossia di ricercatori e persone che volevano divulgare quel linguaggio di programmazione (vi ammetto che era imbarazzante perché non ci capivo nulla). Quella sede è stata fondamentale per trovare delle persone che mi supportassero e che mi dessero tanta, tantissima carica!
Divento Local Ambassador start2impact
Ecco il vero momento di svolta per me.
Diventare Local Ambassador è stata veramente una fortuna per me.
Sono circondato da persone incredibili, che mai mi sarei aspettato di incontrare nella mia vita.
Riesco a dialogare con loro, imparare e insomma ci aiutiamo ogni giorno, proprio come in una famiglia!
Come faccio ad imparare da loro? Semplicemente incontrandoli e parlandoci! Sì perché essere Local Ambassador non è solo poter dire agli amici “sono diventato Local Ambassador di start2impact”, ma vuol dire molto di più.
Ad esempio, organizzo eventi con i ragazzi. Almeno una volta al mese ci incontriamo per un aperitivo, che tutte le volte mi sorprende!
Ti aspetti il classico aperitivo dove andiamo a bere un cocktail e a parlare delle classiche cose, calcio, ragazze, invece qui non è così.
Sicuramente si parlerà anche di cose frivole, ma posso garantirvi che da questi incontri ho imparato talmente tante cose che adesso collaboro con 3 degli altri membri in due progetti diversi (che leggerai sotto), e mi sento cambiato.
La “fine” del mio percorso di studi in Intelligenza Artificiale
Dopo esattamente 4 mesi riesco a finire e consegnare il mio progetto di Data Science del quale andavo fierissimo, e infatti anche la valutazione è stata molto positiva.
Ma cos’è cambiato in questi 4 mesi?
- Atteggiamento: quante volte hai letto un capitolo di matematica o fisica e non sei riuscito a capirlo? Ecco in questo percorso è successa la stessa cosa davanti ad alcuni argomenti, ma è proprio qui che la community ti supporta, e con la mentalità ottenuta nei mesi precedenti non mi sono mai dato per vinto!
- Mindset: Impostarsi un obiettivo, tenerlo bene a mente e avere un mindset e quindi una mentalità totalmente positiva e proattiva. Non cambia l’esercizio se ti piangi addosso o se inizi a urlare! Piuttosto esci, vai a fare una passeggiata, e riprova a farlo a mente fresca.
- Priorità: Qualsiasi cosa per essere efficace ed efficiente, ha bisogno di essere programmata. Datevi delle scadenze e degli obiettivi, se poi non li raggiungerete o andrete più lunghi, avrete comunque il vostro sentiero tracciato.
Cosa ho raccolto alla fine?
Dopo 7 mesi dall’inizio dei miei studi nel campo dell’Intelligenza Artificiale, ho fatto 7 colloqui, di cui uno con proposta scritta e uno con proposta verbale, che magari si concluderanno con una collaborazione presto.
Ancora non ho iniziato a lavorare a tempo pieno nel mondo dell’AI perché come in ogni cosa che si scopre, capirete quanto è vasta e quante applicazioni può avere, da qui potrete veramente scegliere il percorso più ottimale per la vostra persona.
Lavorare in questo mondo non significa essere un programmatore che deve stare 20 ore davanti al PC, non significa studiare le cose che nessuno ha mai risolto, l’intelligenza artificiale è molto, molto di più!
Cosa faccio oggi?
- Gestisco un gruppo Telegram dove ho radunato più di 240 esperti nel mondo dell’intelligenza artificiale, all’interno del quale persone hanno iniziato collaborazioni e sono nate idee di business.
- Possiedo un blog che sto portando avanti con dei contenuti su LinkedIn e presto anche sul mio sito web personale.
- Stiamo portando avanti un progetto (con la mia collega Ambassador della Toscana e una persona esterna), per aiutare le persone che vogliono entrare nella facoltà di medicina, con strategie gestite da un’intelligenza artificiale.
- Ho anche un secondo progetto nato nel Digital Marketing, con due ragazzi della Toscana, che sta riscontrando successo. Cerchiamo di aiutare i copywriter e social media manager a creare dei post ottimizzati e efficaci.
Dimenticavo: sto continuando a lavorare 10-12 ore al giorno, e un’ora e mezzo di attività sportiva al giorno! Sì, riesco anche a dedicare tempo ai miei amici, alla mia famiglia e soprattutto a me stesso!
Come faccio? Con i 3 attributi scritti sopra che mi piace riportare:
- Atteggiamento: Ho una voglia matta di imparare, questo mi porta a fare cose pazze! Per esempio, mi alzo alle 6 la mattina per avere più tempo nella mia giornata
- Mindset: Che palle, non ho tempo! Non mi piace questa frase. Per pronunciarla perdi mezzo secondo, quindi nulla di grave, ma perdi nella tua produttività per un tempo inestimabile, perché ricordatevi:
“Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno!” - Priorità: Giacomo ci sei mercoledì sera per una birra al bar? Quanti di voi ricevono proposte per uscite durante la settimana, che poi non sono nemmeno troppo divertenti? Ecco io ho alzato la mano!
Adesso ho imparato a dire no. Ho delle priorità e se voglio essere felice devo fare delle decisioni per raggiungere i miei obiettivi. Questo non significa non uscire, perché durante il fine settimana sono quello che sta più fuori di tutti, e quando lo faccio mi diverto di più per riparare l’uscita non fatta durante la settimana.
Conclusione
Se avete una motivazione in quello che fate, i risultati arrivano, e saranno evidenti!
La prima volta che ho visto un codice di programmazione, per me era arabo, non ci ho mai capito nulla (non che adesso mi definisco un esperto), ma la voglia di imparare è stata talmente elevata che sono riuscito a sormontare tutti i problemi e ad andare avanti senza sosta!
Sbaglierò? Sicuro, perché nella società in cui siamo se non sbagli vuol dire che non stai osando abbastanza.
Voglio lasciarti con un pensiero che mi ha colpito molto e sul quale rifletto spesso:
Thomas Edison, l’inventore della lampadina, prima di riuscire a trovare la composizione ottimale che funzionassi si narra che fece 2000 tentativi!
In un’intervista gli venne chiesto “Mr. Edison, come si è sentito a fallire duemila volte nel fare una lampadina?” E lui saggiamente rispose:
Io non ho fallito duemila volte nel fare una lampadina; semplicemente ho trovato millenovecento-novantanove modi su come non va fatta una lampadina.
Ti interessa il mondo della Data Science? Scopri il percorso su start2impact!
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