Prima di trovare lo stage dei miei sogni, ho svolto 12 colloqui di lavoro. Vi sembrano tanti? Eppure mi sono serviti tutti.
Se avessi letto questa frase a gennaio non avrei mai pensato che potesse essere mia.
Io? 12 colloqui? Avevo una visione del mondo del lavoro così opaca, così remota, come se fosse uno di quei romanzi esotici dell’800. Uffici e buste paga erano per me tanto lontane quanto le coste dell’Africa o dell’India.
Quando, per l’anno nuovo, ho deciso di pormi degli obiettivi, ne ho scritto anche uno intitolato così: “trovare una fonte di reddito”. Con la mano tremante, senza neanche il coraggio di scrivere “lavoro”.
Avevo deciso di seguire le mie passioni all’università, e di frequentare Lettere Moderne. Avevo, e ho, una passione smodata per la letteratura e la scrittura, ma non volevo finire a fare il professore di liceo, e il raggiungimento del ruolo di professore universitario mi sembrava lontanissimo.
Quella dello scrittore, poi, non la vedevo come una professione ma come un sogno da sviluppare in privato; qualcosa di troppo personale da dire ad alta voce e che potesse permettermi di mangiare.
L’inizio di tutto
Era da un annetto che avevo scoperto il copywriting e il marketing digitale, e in me prendeva sempre più piede l’idea che quella potesse essere una strada percorribile.
Ma anche questo, era un progetto che non mi sentivo di pronunciare ad alta voce. Lo coltivavo nel weekend, leggendo libri e studiando sul web.
Poi ho scoperto start2impact. Vorrei dire che sia stato un incontro eroico, per un video di qualcuno che seguo e di cui mi fido o altro, ma mentirei se lo dicessi. E, a ripensarci dopo, aver conosciuto start2impact in questo modo è stato qualcosa di naturale: l’ho scoperto perché ero in target. Punto. Ho visto le loro ad e mi sono innamorato di quello che proponevano.
Pensavo di aver capito il potenziale di start2impact, ma mi sbagliavo. Pensavo che fosse un corso che potesse darmi la giusta infarinatura per acquisire delle skill, ma si è rivelato molto, molto di più.
start2impact è stato ciò che mi ha permesso di unire i puntini. Se penso che vi sono entrato solamente a febbraio mi viene da ridere. Mi sembra che sia passata un’eternità; ma non per noia o altro, sia chiaro. Tutto il contrario. Non ci credo di aver imparato così tanto in così poco tempo, di essere cresciuto in maniera esponenziale.
Ma non è solo un fatto di competenze.
La svolta
Un’altra mia grande passione è la psicologia, che cerco di coltivare da autodidatta. Avevo letto e studiato già molto riguardo al mindset, all’essere proattivi, al pensiero laterale. Riguardo a questi argomenti, si potrebbe dire che ero un barile carico di benzina, mi serviva solo la miccia. start2impact lo è stata, e anzi, è stata una bomba che ha avuto un impatto deflagrante.
Ho iniziato a pensare e a mettere in campo tutto quello che avevo studiato nei mesi precedenti. Ho iniziato a praticare la meditazione ogni giorno, cosa che non ero mai riuscito a fare in modo continuativo nell’anno precedente; ho iniziato a scrivere, a studiare marketing quotidianamente. Tutto al di fuori dello studio che già dedicavo per l’università.
Mi alzavo la mattina carico di energie e con la voglia di studiare sempre di più, di svolgere sempre nuovi progetti, di migliorare in ogni campo, un po’ alla volta ma tutti i giorni.
Non pensavo a questo quando mi sono iscritto. Ho conosciuto delle persone fantastiche, io che sono sempre stato un po’ schivo di natura. Ho imparato ad aprirmi, a lasciare andare le insicurezze. Ho capito davvero cosa vuol dire essere proattivo.
Il primo colloquio
E alla fine sono riuscito ad ottenere il ruolo verificato come Junior Digital Marketing Specialist.
Anzi, c’è prima un tassello. Ho completato un progetto per una startup emergente prima che ottenessi il ruolo. Era un progetto a cui avevo dedicato giorni e giorni, quasi senza chiudere occhio e pensandoci ogni secondo. Mi piaceva molto la mission di quella startup, e volevo cercare di presentarmi nel migliore dei modi per ottenere un colloquio.
Era una startup all’interno del programma start2work, e per presentare la mia analisi avrei dovuto prima ottenere il ruolo verificato. Ma in quel momento non lo avevo.
Avrei potuto abbandonare, o quantomeno aspettare una settimana per la correzione dei progetti che mi mancavano per ottenere la certificazione, ma non riuscivo a restare fermo.
Ho mandato allora un messaggio ad Alessandro in cui gli ho chiesto se avesse potuto fare un’eccezione. Solamente per presentare l’analisi, per far sapere a quella startup che io esistevo e che avevo speso giorni e giorni ad analizzare il loro progetto.
Non mi aspettavo molto, ma Alessandro e Gherardo hanno subito capito quanto per me fosse importante e mi hanno detto che avrebbero inviato il mio progetto all’azienda.
È stata una gioia immensa per me, e ho cercato di ringraziarli in tutti i modi. Qualche giorno dopo ho ottenuto il mio primo colloquio, mentre nel frattempo ero riuscito ad ottenere la certificazione: ero un Junior Digital Marketing Specialist.
Il colloquio è andato bene, anche se a posteriori so che avrei potuto giocarmela meglio, ma ho subito capito che quella posizione non sarebbe stata la mia. Ricercavano una figura che si occupasse dell’intera campagna marketing, e sapevo che avrebbero scelto un professionista, con molta più esperienza di me.
Qualcuno potrebbe pensare che mi sono scoraggiato, dopo il feedback che ho ricevuto qualche settimana dopo (negativo). Assolutamente no, neanche per un secondo.
Ho iniziato a mandare la mia presentazione e a svolgere colloqui su colloqui. Ognuno mi ha insegnato qualcosa: ho capito come modulare la voce, come non andare troppo veloce, come far comprendere la mia motivazione e le mie passioni.
Mi annotavo i feedback e pensavo solo a come poter affrontare meglio il prossimo colloquio. Nel frattempo, continuavo a studiare ogni giorno, e ad ogni nuovo colloquio ero più sicuro di me, anche per via delle competenze che continuavo a coltivare.
Un altro pezzo del puzzle
È in questo periodo che ho aperto il mio profilo LinkedIn, mentre l’estate continuava a scorrere e io continuavo a preparare i miei ultimi esami e a scrivere la tesi.
E LinkedIn è stata un’altra miccia. Ho iniziato a fare networking con professionisti e altri studenti di start2impact, ho iniziato a sviluppare il mio personal brand, a leggere consigli ed esperienze di chi ne sapeva molto più di me.
Più post pubblicavo, più ottenevo visibilità, e così sono iniziate ad arrivare anche le prime offerte da LinkedIn, da parte di persone che avevano la propria azienda e startup che mi chiedevano colloqui e mi proponevano delle offerte.
Grazie ai preziosi consigli di Gherardo, sapevo come muovermi e se poter accettare o meno un’offerta.
Il primo stage nel digital marketing
Ma permettimi ancora un passo indietro, l’ultimo prometto. A luglio ho svolto un colloquio con un’agenzia incredibile. Ne ero rimasto davvero affascinato e, anche se cercavo di non concentrarmi troppo sugli esiti (avevo già ricevuto dei feedback negativi da diversi altri colloqui) speravo di riuscire ad entrarvi.
Non sono entrato. Ma anche in quel momento, nessun pensiero negativo, nessun abbattimento. Continuavo a studiare e a fare colloqui. E nel frattempo Alessandro e Gherardo continuavano a mandarmi messaggi positivi e consigli.
Poi un pomeriggio ricevo un’email. Da quell’agenzia lì, quella incredibile. C’è la possibilità che si sia aperta una nuova posizione, meno tecnica e più orientata sul copy. Cuore che accelera. Ho un nuovo colloquio. Svolgo il colloquio, va molto bene, pochi giorni dopo ho il mio stage.
Dopo ben 12 colloqui, li ho contati proprio poco fa.
Oggi lavoro per quell’agenzia, Quo·d, un innovation hub che accompagna le aziende nel creare percorsi di innovazione. Io sono nell’area del digital marketing, e mi occupo principalmente dell’analisi strategica delle aziende, della creazione di landing page e della gestione dei profili social.
A ripensarci adesso, capisco che il mio tempismo non è stato dei migliori. Ho passato l’estate a ricercare e svolgere colloqui in un periodo già difficile di per sé, immediatamente dopo il lockdown.
Ma a settembre mi sono arrivate molte risposte dai meeting che avevo svolto in precedenza. Se ho voluto sottolineare la “fatica”, non è per scoraggiarti e dirti: “guarda quanto è una giungla il mondo del lavoro.” Tutt’altro. Io ho probabilmente scelto il periodo sbagliato, eppure ho continuato e ho trovato l’opportunità che faceva per me.
Basta avere ben chiaro l’obiettivo, continuare a studiare e non demordere.
Non smetterò mai di ringraziare Gherardo, Alessandro e TUTTI coloro che fanno parte del magnifico progetto di start2impact, non avete idea di quanto vi sono debitore.