Julian Sava UX/UI Designer
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Come ho iniziato a lavorare come UX/UI Designer

Ecco cosa mi ha portato da un corso di laurea in giurisprudenza a una carriera come UX/UI designer.

Sono Julian Sava – un Junior UX/UI Designer di Torino che, grazie a start2impact, ha trovato una strada nella vita che prima non sapeva nemmeno esistesse.

Alla scoperta della mia strada

Sono entrato a far parte della community a luglio del 2019 e 2 mesi dopo mi hanno invitato a far parte della Job Fair di Roma. 

Questo è stato un punto di svolta nello sviluppo della mia “carriera”. 

Ho messo questa parola tra le virgolette perché prima di tutto all’epoca non sapevo nemmeno la direzione in cui mi stavo dirigendo, figuriamoci i mezzi e le strategie per arrivarci. 

In secondo luogo, vedo oggi il mio lavoro come parte integrante di chi sono io come persona e mi piacerebbe riuscire nel futuro ad amalgamare la mia vita personale e quella professionale. Cosi da riuscire a fare sempre quello che più mi appassiona e stimola con la libertà di evolvere e sperimentare.

Come si può intuire dal mio nome, le mie origini sono fuori dai confini di questo paese

Infatti sono arrivato a Torino a circa 13 anni insieme a tutta la mia famiglia. Questo è stato un cambiamento importante per me perché da un momento all’altro mi ero ritrovato in un posto completamente sconosciuto e circondato da persone che non mi parlavano la mia lingua. 

All’inizio mi sembrava tutta una messa in scena e che come a Scherzi a parte qualcuno ad un certo punto avrebbe detto: Tranquillo era tutto uno scherzo, anche noi parliamo la tua lingua!

Sono arrivato in Italia un venerdì ed il primo giorno del primo anno scolastico delle scuole medie fu 2 giorni dopo, lunedì. Giorno che non dimenticherò per tutta la mia vita.

Dopo 3 anni di scuola media tra alti e bassi, sono stato messo di fronte alla scelta della mia scuola superiore. 

Purtroppo e per fortuna i miei genitori sono sempre riusciti a responsabilizzarmi, dandomi la possibilità di fare le mie scelte, per poi darmi il sostegno per portarle fino in fondo. 

Cosi feci la scelta che più mi sembrava popolare all’epoca tra i miei coetanei: un istituto tecnico di ragioneria

L’idea dietro era quella per cui avrei avuto a che fare con i soldi, il che era in linea con il mio desiderio di fare l’imprenditore e con quel libro che avevo letto per la prima volta già all’epoca: Padre ricco, padre povero di Robert Kiyosaki.

Prova, fallisci, fallisci meglio

Diventare UX designer

Durante il periodo di studi alle scuole superiori ho attraversato diverse fasi dal punto di vista di cosa avrei voluto fare “da grande”, perché mi piace sperimentare in generale: lo faccio con il cibo, con i film, con la musica, con gli sport e anche con quello che mi dovrebbe dare da vivere. 

È un’arma a doppio taglio perché ti permette di scoprire di essere interessato a qualcosa di cui non conoscevi nemmeno l’esistenza, ma allo stesso tempo non ti permette di avere la pazienza necessaria che bisogna dedicare a qualsiasi cosa si faccia nella vita fino a diventare sufficientemente bravo da potersi sostenere.

La scuola non è mai stata un posto molto gradito da me. Ho vissuto questo periodo non vedendo l’ora che finisse e potessi essere libero di fare quello che più mi piaceva (sì, non avevo un’idea molto chiara di cosa volesse dire essere adulti). 

Uno dei miei passatempi preferiti è sempre stato intorno al mondo visuale. Prima con la fotografia, poi la grafica ed infine quello che faccio oggi, UX e UI design.

La mia indole di imprenditore mi ha portato a tentare con aspettative più o meno grandi diverse idee, soprattutto nel mondo digitale. 

Il primo progetto a cui ho lavorato fu un sito di contenuti tipo BuzzFeed che mio fratello mise insieme. Poi altri siti come questo videro la luce del giorno per periodi molto limitati nel tempo. 

La parte che più mi affascinava però di questi esperimenti (all’epoca non me ne rendevo conto) era la percezione che dava quel prodotto, il suo “branding” agli occhi di doveva consumarlo.

Università sì vs. università no

Come diventare UX/UI designer

Le scuole superiori stavano finendo ed io nonostante non vedessi l’ora, ero in crisi totale a questo punto.

Non avevo idea di cosa fare nella vita

Fare il ragioniere era fuori da qualsiasi discussione, l’università la vedevo solo come un proseguimento della tortura scolastica, trovare un lavoro qualunque giusto per iniziare a “fare l’adulto” non andava giù ne a me, ne ai miei genitori. 

Dopo tanto tempo passato a pensarci su, ricerche su internet, video su YouTube e articoli vari, presi una decisione. 

Andrò all’università. 

La cosa che più mi aveva aiutato a prendere una decisione è stato un video di Casey Neistat insieme a Gary Vaynerchuk in cui parlano proprio di questo argomento. In questo video Casey dice qualcosa come:

“Se sei di fronte alla scelta: università sì, università no, allora chiediti questo. So cosa voglio fare nella vita? Se la risposta è ‘sì’ ed è necessario andare all’università per raggiungerlo (medico, avvocato, ecc.) allora vai, se non è necessaria l’università vai a fare quella cosa. Se invece la risposta è ‘no’ ed hai la possibilità di andare all’università, allora fallo. L’università sarà il migliore posto per scoprire che cosa vuoi fare nella vita.”

Perciò mi iscrissi a Giurisprudenza. 

Non odiavo l’università, ma non l’amavo nemmeno. E nel frattempo che spendevo settimane intere per studiare cose che non mi interessavano minimamente, mi dedicavo a cose che mi suscitavano più interesse. 

Quindi iniziai a cercare alternative, a cercare modi per riuscire ad uscire sul mercato del lavoro il prima possibile.

La differenza che ha fatto per me start2impact

Julian Sava UX designer

Un giorno, a giugno di quest’anno vedo per la prima volta il video in cui Marcello Ascani, YouTuber italiano parla di questa startup, start2impact. 

Mi suscita subito interesse, ma dato che ero nel periodo in cui stavo preparando l’esame di Diritto Privato finisco per dimenticarmene. 

Poi un mese dopo, la riscopro per qualche ragione e decido questa volta di buttarmi con questa idea in testa “a settembre dovrò decidere se proseguire l’università o no, ma per poter dire ai miei genitori, i quali me la pagano, che ho deciso di abbandonarla, dovevo essere convinto io, al 100%.” 

Cosi per il mese di luglio e agosto ci ho dato dentro quasi tutti i giorni. Sono partito dalla Super Guida dedicata al Mindset (super utile) e poi al UX/UI Design (che non sapevo nemmeno cosa fosse). 

Più studiavo e più volevo studiare. Ho ricevuto il sostegno di Gherardo, che mi ha permesso di lavorare anche sul mio personal branding e su come presentarmi alle aziende.

La prima volta che Gherardo mi chiese il curriculum ed il portfolio da mandare per una mia candidatura mi resi conto che non ero ai livelli necessari per poter essere visto come un candidato appetibile per un’azienda alla ricerca di un designer. 

Quindi ho applicato il detto “Fake it, till you make it”. Ho iniziato a mettere insieme una serie di progetti da poter includere in un eventuale portfolio. 

Il primo fu proprio quello che feci su start2impact e cosi ho avuto un format che potevo seguire anche per gli altri.

Il curriculum che avevo mandato a Gherardo la prima volta era in formato Europass. Vi risparmio il suo commento al riguardo. Certo fu che ho cambiato completamento modo di vedere quel documento, non solo come un modo per presentarmi, ma soprattutto per evidenziarmi.

“View life as a continuous learning experience”
Denis Waitley

Più entravo nel vivo del mondo del design e più mi piaceva quello che scoprivo.

Una community di persone stra fighe che facevano cose stra fighe. 

Non solo qui su start2impact, ma nel mondo virtuale dei social, Instagram in primo luogo, gente come Michael Jenda, Chris Do, John Bresciani, UX.goodies, the.dsgnr, Brandon Groce, UX.patricia, Kalypsodesigns e tanti tanti altri. Gente che produce e divulga contenuti educativi in questo ambito in modo gratuito e soprattutto empatico. La libreria video di YouTube di TheFuturThe FluxAJ&SmartBreccia, sono oro puro per ogni designer a qualsiasi punto nella sua carriera e sono a disposizione di tutti.

Lavorare come UX designer

Per puro caso scoprii che il Politecnico di Torino aveva organizzato un concorso per giovani designer e le iscrizioni erano aperte. Nonostante era dedicato solo agli studenti io decisi di candidarmi lo stesso e mi presero

Il mio team formato da altre 2 persone è riuscito a vincere questa competizione e l’azienda con cui collaborammo decise di acquistare il nostro lavoro.

È stato molto bello partecipare a questa esperienza perché oltre il concorso in sé, un sacco di workshop furono messi a disposizione. Quindi un’altra opportunità per imparare.

Non mi bastava però

Ho iniziato a cercare ed iscrivermi a tutti gli eventi di design che erano disponibili. 

Così ho partecipato ai Graphic Days Torino, al Portfolio Review e al Please, pitch! del Circolo del Design. Andavo con una mente aperta, non concentrandomi solo sull’imparare ma anche sul conoscere persone e scoprire il loro percorso in questo campo. 

Julian Sava UX/UI

E fu proprio durante uno di questi eventi che ho avuto la possibilità di conoscere la realtà dell’azienda per cui attualmente lavoro. 

A loro, come a tutte le altre aziende che si erano presentate in questa giornata avevo mandato una mail che conteneva proprio quel curriculum e portfolio di cui ho scritto prima. Non una mail uguale a tutti gli studio/agency, ma ho deciso di impegnarmi a personalizzarle raccontando cosa mi aveva colpito di ciascuna di loro. 

L’agenzia per cui lavoro oggi si chiama Experientia ed offre consulenza nel user experience design in Italia e all’estero.

Oggi quindi sono impiegato full-time, ma questo non mi ferma dal continuare di guardare all’orizzonte verso nuove opportunità di crescita. 

Nel frattempo però ci metto lavoro, pazienza e voglia di aiutare chi magari si sente come mi sono sentito anche io non troppo tempo fa.

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