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Affrontare i Problemi: una semplice formula per farlo

Prova quest'equazione che ti permetterà di affrontare tutti i problemi e non lascerai più le cose a metà.

“Devo risolvere un problema, ma non so da dove cominciare. Procedo a tentativi. Non ne esco. Evito di risolverlo.” 

Vi siete mai ritrovati in questa situazione? Vi è mai capitato di non voler affrontare i problemi?

Bene, dopo aver letto questo post non posso assicurarvi che non accadrà più, ma posso dirvi che avrete un’arma in più per affrontare i problemi che la quotidianità ci mette davanti.

Curiosi di sapere qual è quest’arma segreta? Iniziamo subito allora.

Il problema del pesce rosso

non voler affrontare i problemi

Ci sono Bill Gates e un pesce rosso. 

No, non è una barzelletta. 

Hai presente la Microsoft

Ecco, a quanto pare si sono presi la briga di condurre una ricerca sulla soglia di attenzione delle nuove generazioni e… non ci abbiamo fatto una bella figura.

Nel 2000 la soglia di attenzione media era di circa 12 secondi, oggi è scesa ad 8 secondi

Un dato che, detto così, non desta particolare sconvolgimento, ma proviamo a inserire un altro termine di paragone, non so tipo… tipo un pesce rosso. 

Questo simpatico animaletto pare sia in grado di restare attento per circa 9 secondi
sconfitti gli umani 1 a 0.

Niente paura, è solo Darwin.

non voler affrontare i problemi

Calma, calma… quello che sembra sia l’ennesimo rimprovero alle nuove generazioni è in realtà un dato del tutto giustificabile.

L’istituto Brain&Mind di Ontario ha spiegato che ci stiamo adattando all’enorme traffico di dati a cui siamo esposti: si abbassa l’attenzione che possiamo dare a singole attività, ma cresce la nostra capacità di fare più cose allo stesso tempo, siamo sempre più multitasking

Pensaci, quante volte ti capita di guardare la TV e nel frattempo usare lo smartphone? 

Di usare contemporaneamente smartphone e PC? 

Bene, ci siamo ripresi il nostro posto sulla scala evolutiva, alla faccia del pesce rosso!

L’errore che facciamo tutti quando dobbiamo affrontare i problemi

non voler affrontare i problemi

Questo fiume di distrazione certo non ci aiuta ad affrontare i problemi più complessi, anzi spesso ci porta fuori strada, deteriorando la nostra capacità di agire in maniera razionale e decisa.

Ammettilo, quante volte hai cambiato strada davanti ad un problema che ti è sembrato insormontabile? 

A scuola, a lavoro, nei rapporti con gli altri, nello sport. 

Ma questo non è l’articolo di un mental coach o di un motivatore: non ho nessuna intenzione di farti la lezioncina sul “non mollare”.  

Anzi, tante volte evitare un problema può essere un cosa saggia da fare. 

Evitare di frequentare una persona che riteniamo negativa, ad esempio.

Ogni giorno facciamo scelte che ci portano ad evitare qualcosa di problematico, è pura sopravvivenza.

Ma prima o poi ci troveremo davanti a questioni che non possiamo evitare o attività che necessitano tutto il nostro impegno.

Qui è nata la domanda che mi ha portato a scrivere questo blog post: esiste un metodo generale che si possa adattare a tante situazioni e che funga da linea guida per muoverci nel modo migliore anche quando non sappiamo che pesci prendere?

La teoria del (quasi) tutto

non voler affrontare i problemi

“Un’unica semplice, elegante equazione per spiegare tutto!” 

Dice Eddie Redmayne interpretando Stephen Hawking.

Non volendomi spingere così in là, ho cercato piuttosto di mettere insieme i fattori che accomunano i problemi che ci si presentano in ambito di lavoro, scuola e produttività in generale. 

Come affrontare la preparazione di un esame, il lancio di un prodotto, la costruzione di una campagna pubblicitaria, la programmazione di un sito da zero, la presentazione di un progetto?

Insomma, tutti eventi complessi che richiedono vari step e il giusto approccio generale, per non fare il famoso errore di guardare l’albero e non vedere la foresta.

Proprio per rendere il più semplice possibile la soluzione che voglio proporti, lo farò con una formula: niente paura se non ami i numeri, non ce ne sono. 

Ci sono solo diversi fattori legati tra loro:

p = ( s · t ) – d

Vista così ovviamente non ha senso, ma diamo a queste lettere un significato:

p = proposito  s = strategia  t = tattica  d=disinformazione

Immaginiamo di voler raggiungere un certo proposito che ci siamo prefissati e che chiameremo “p”. 

Per raggiungerlo avremo bisogno di strategia e tattica

Spesso queste due parole vengono confuse ma c’è invece una grande differenza: la strategia è la foresta, la tattica è l’albero. 

Strategia “s” è il modo in cui intendiamo raggiungere il proposito, tattica “t” è la singola azione che svolgiamo.

Ovviamente servono tanti alberi per fare una foresta e servono tante tattiche per comporre una strategia

L’importanza di entrambe è vitale: avere un pessimo piano ed eseguirlo bene è negativo quanto avere un ottimo piano ed eseguirlo male. 

Moltiplichiamo il valore della nostra strategia per tutte le tattiche che intendiamo attuare, ma non avremo ancora ottenuto il nostro proposito: manca qualcosa.

Sapere è potere

non voler affrontare i problemi

Al valore delle nostre tattiche coordinate in una strategia c’è un ostacolo che non permette di raggiungere perfettamente il nostro scopo: ciò che non sappiamo e ciò che crediamo di sapere, la disinformazione

Credere che un professore non ponga mai una domanda su quell’argomento così strano, credere che non avremo problemi a improvvisare la presentazione davanti a venti persone, credere che le persone ameranno necessariamente quel prodotto che stiamo lanciando. 

Mai dare per scontato ciò che si sa, mai essere ottimisti senza validi motivi.

“Per avere in mano la propria vita, si deve controllare la quantità e il tipo di messaggi a cui si è esposti.” –Chuck Palahniuk

Dimostrazione del teorema

non voler affrontare i problemi

Dobbiamo superare l’esame di diritto privato alla facoltà di giurisprudenza, esame temutissimo. 

Superare l’esame con un buon voto sarà il nostro proposito “p”.

La strategia “s” deve comporsi di un insieme di tante tattiche “t” e deve anche fare in modo di ridurre la disinformazione al minimo possibile. 

L’unica strategia possibile è lavorare sul giusto metodo di studio, adatto ad un esame impegnativo.

Le tattiche da mettere in atto saranno: 

  • Prestare attenzione a lezione
  • Prendere appunti in modo completo
  • Ripetere ad alta voce varie volte
  • Studiare con cura il libro
  • Prepararsi bene sui concetti centrali dell’esame
  • Gestire il tempo.

Per ridurre “d” al minimo dovremo: 

  • Farci dire da studenti più grandi quali sono le domande più gettonate
  • Quanto tempo in media serve a preparare questo esame
  • Quali argomenti sono i più ostici da comprendere ecc.

Prova a pianificare con dei post-it o con una lavagna a fogli.

Cosa devi portarti a casa da questo post

non voler affrontare i problemi

So cosa stai pensando: “eh ma son cose che più o meno si sanno”, forse è vero. 

Ma l’hai mai fatto veramente?

Hai provato a pianificare l’approccio ad un problema complesso in maniera così schematica

Hai buttato giù l’obiettivo, il modo, i singoli comportamenti da mettere in atto… hai messo in dubbio quello che sapevi e ricominciato?

Se la risposta fosse “sì” non saresti qui ora. 

Ho voluto sintetizzare tutto in una formula perché è più facile ricordarla rispetto ad un fiume di parole. 

Dalle formule non si scappa, o tornano i conti o “p” non lo otterrai. 

Ora tocca a te: chiudi questo post e pensa al prossimo problema da cui non puoi scappare. 

Trova il proposito, scegli la strategia, moltiplicala per le singole tattiche che metti in atto, riduci al minimo la tua disinformazione su quello che accadrà. 

Nessuno può dirti dove andare, ma ora sai come trovare la strada.

p = ( s · t ) – d 


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