regole del buon design
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Le 10 (più una) regole del buon design

Ecco le 10 regole del buon design secondo Dieter Rams, genio del design di Braun a cui si è ispirata anche Apple.

Tutto ciò che ci circonda è stato progettato da un designer, come il telefono che hai in tasca, lo schermo attraverso cui stai leggendo questo articolo, la sedia su cui sei seduto, il letto comodo in cui sprofonderai a fine giornata, non prima però di aver dato un ultima controllata alle storie Instagram, ah! Anche Instagram è stato progettato da un designer.

Come ho detto, tutto è stato progettato da un designer.

Ho ripetuto il verbo progettare molte volte non a sproposito ma per farti intuire, prima di parlare delle regole del buon design, cos’è realmente il design.

Ebbene sì, design significa progettare, e quel che il designer fa tutto il giorno è progettare gli oggetti della vita quotidiana (così come siti web, servizi, applicazioni).

Molto spesso però ci troviamo in difficoltà quando interagiamo con gli oggetti, anche quelli più banali. 

Interruttori, rubinetti dell’acqua, le cucine e le porte, le porte? Hai difficoltà ad aprire le porte? Si, spingo quando si dovrebbe tirare, tiro quando si dovrebbe spingere, vado a sbattere contro le porte che invece di ruotare devono essere fatte scorrere a lato.
Don Norman, ‘La caffettiera del masochista

Ti sei mai trovato in una di queste situazioni ? No? 

Magari non così sbadato come Norman che sbatte contro le porte, però scommetto che almeno una volta ti sarà capitato di impazzire e sbraitare contro il monitor del tuo computer, provando a cliccare più e più volte quel maledetto tasto senza vedere nessun segno di reazione da parte del pc. 

Frustrante vero? 

In momenti come questi ci addossiamo sempre la colpa pensando di non essere in grado di interagire con queste sofisticate tecnologie, ma tranquillo è tutto fuorché colpa nostra. 

Quella frustrazione è dovuta ad un cattivo design.

La colpa è delle macchine e di chi le ha progettate: sta a loro capire le persone, non a noi capire i loro dettami arbitrari e insensati.
Don Norman, ‘La caffettiera del masochista’

Ma perché questo accade? Come possiamo noi designer rendere più piacevole l’esperienza dei nostri utenti con i nostri prodotti ed evitare che impazziscano ogni volta che li usano?

Dieter Rams ha la risposta a questa domanda (quando si parla di design lui ha sempre una riposta a qualsiasi domanda).

Ma prima, chi è Dieter Rams?

Dieter Rams: Il genio del design che ha ispirato Apple

dieter rams

Rams è un designer tedesco nato il 20 maggio del 1932, fu per ben 34 anni CDO (chief design officer) di Braun, azienda di elettrodomestici.

In quegli anni ha progettato una miriade di prodotti tra i più disparati, tutti quanti con un design unico, funzionale, intuitivo, elegante, tutti con un buon design.

Alcuni dei suoi progetti restano innovativi pure oggi, un genio del design che ha saputo rivoluzionare il campo della progettazione.

Pensate che un certo Jony Ive, per chi non lo conoscesse ex CDO dell’azienda di Cupertino, è un suo grande ammiratore.

Si possono apprezzare notevoli somiglianze tra i prodotti dei due designer, qui un esempio eclatante:

principi del buon design

Sembra che Ive abbia preso molta ispirazione dal maestro tedesco.

Questo è in breve Dieter Rams, ai futuri designer come me, consiglio assolutamente di studiare la vita del designer tedesco e osservare ogni dettaglio dei suoi incredibili progetti, è davvero un’infinita fonte d’ispirazione (a breve uscirà il suo docufilm, non perdiamocelo!).

Dicevo, come progettare grandi prodotti? Rams ha scritto le 10 regole del buon design, eccole:

Le 10 regole del buon design secondo Dieter Rams

10 regole del buon design dieter rams

1. Good design is innovative

Il buon design è innovativo.

2. Good design makes a product useful

Il buon design rende un prodotto utile.

Utile, sì ma per chi? Per tutti noi! L’obiettivo dei designer è infatti quello di concepire prodotti capaci di risolvere i problemi che attanagliano la vita delle persone. 

Questo punto è il nocciolo del design, il design nasce dai problemi delle persone, senza un problema da risolvere il design non ha senso di esistere, se un prodotto non risolve un problema, se non aiuta l’uomo, allora non è design.

3. Good design is aesthetic

Il buon design è estetico, bello.

I designer hanno la possibilità di plasmare il mondo che ci circonda dando forma ai loro prodotti, e allora perché dargliene una brutta? Un buon design è anche affascinante.

4. Good design helps us understand a product

Ci aiuta a comprendere un prodotto.

Questo è uno dei miei punti preferiti, un prodotto dal buon design non ha bisogno di essere spiegato, non ha bisogno di noiosi manuali di istruzione, il funzionamento di un prodotto deve essere capito subito, al primo sguardo.

È ovvio che per oggetti complessi come il centro comandi di una centrale nucleare è difficile rispettare questo principio ma il concetto che Rams ha voluto trasmetterci è che un prodotto non deve essere affatto complicato per noi utenti, deve essere il più intuitivo possibile.

5. Good design is unobtrusive

Il buon design non è appariscente.

Non è un capriccio formale di un artista ma un equilibrio tra funzione, usabilità e una forma leggera, bella, elegante che fa da supporto.

6. Good design is honest

È onesto.

7. Good design is long lasting

Dura nel tempo.

Oltre le mode, oltre la obsolescenza programmata, oltre tutto questo, il buon design è concepito per rimanere, non per essere dimenticato in scatoloni impolverati.

Il buon design non è un mobile che dopo qualche giorno si rompe, non è un paio di cuffiette che dopo qualche mese riproducono musica a un quarto della loro potenza iniziale, no, questo non è buon design.

8. Good design is consequent to the last detail

Lo è fino all’ultimo dettaglio.

Hai mai acquistato un prodotto Apple? Un iPhone? Se sì conoscerai la foga che si ha appena si acquista un prodotto della Mela. Si corre a casa, si strappa il velo di plastica che avvolge il packaging e si solleva il coperchio, non si vede l’ora, ma un forza opposta alla nostra generata dall’attrito tra il fondo dello scatolotto e il coperchio frena la nostra irruenza, l’aspettativa aumenta con l’ansia e appena si riesce a vincere quella leggera forza, l’iPhone si rivela.

le regole del buon design

Questo meccanismo fu studiato da Jobs e Ive per creare suspense ogni qual volta la confezione di un iPhone venisse scartata.

Il design deve essere in ogni dettaglio del nostro prodotto, ogni particolare deve essere progettato.

9. Good design is environmentally friendly

È attento all’ambiente, sopratutto ora.

10. Good design is as little as possible

Meno design possible.

Less, but better – because it concentrates on the essential aspects, and the products are not burdened with non-essentials.

Back to purity, back to simplicity.

Dieter Rams

dieter rams braun

Questi 10 principi hanno cambiato il mondo dell’industrial design e non solo, infatti queste regole sono essenziali e vengono applicate dai più grandi designer nel design della moda, degli interni, graphic design, ux/ui design, product design ecc.

Mi sento in dovere di aggiungere un 11esimo principio, senza la pretesa che lo ascolterai come i primi 10 di Rams:

11. Good design is an incredible experience

Il buon design è un’esperienza incredibile.

L’utente con il nostro prodotto deve vivere un’esperienza che difficilmente scorderà. L’esperienza deve essere indimenticabile.

Ti faccio subito un esempio.

Anni fa, quanto era difficile ordinare una pizza?

Bisognava cercare il numero della pizzeria e quindi andare su Google (e se la pizzeria non era su Google?), cercare il numero di telefono e chiamare (e se il numero non compariva sul sito?), una volta chiamato si ordinava la pizza (e se il centralino fosse stato occupato? Non avresti ordinato e avresti dovuto aspettare, magari la pizzeria era chiusa e tu questo non lo sapevi ), con l’ordine delle pizze si lasciava l’indirizzo, il fattorino si metteva in viaggio e una volta arrivato all’indirizzo doveva cercare il piano giusto del palazzo (e il tempo passava), trovato il piano e suonato al campanello, il fattorino consegnava la pizza e quindi si pagava in contanti (magari si avevano dei tagli troppo grandi e lui non aveva il resto, oppure l’aveva ma era un infinità di monetine), e finalmente si aveva la pizza. Scomodo vero?

Just Eat, il servizio più amato da tutti gli studenti universitari e non solo, ha cambiato completamente il settore progettando una user experience indimenticabile. Con Just Eat è tutto più comodo perché in pochi clic riesco a trovare subito il ristorante che sto cercando, scorrere il menu, ordinare e pagare sull’app.

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